Domande e risposte sulla chirurgia protesica

In tutti questi anni, durante i quali mi sono occupato di chirurgia protesica, ho avuto a che fare con numerosi pazienti i quali si approcciano alla chirurgia pieni di dubbi e insicurezze. Per questo motivo ho voluto raccogliere le principali domande che i pazienti mi hanno rivolto negli anni e tutt’ora mi rivolgono, sperando di fare un po’ di chiarezza intorno al tema delle protesi articolari e consentire un approccio più consapevole alla chirurgia.

 

Perché si impianta una protesi articolare?

La risposta è molto semplice: perché l’articolazione naturale ha subito un processo di degenerazione che causa una limitazione della mobilità e della funzionalità e soprattutto dolore. Il tema del dolore è il più importante quando parliamo di indicazione all’intervento. Due articolazioni che all’esame di diagnostica per immagini possono sembrare in condizioni analoghe non di rado danno una sintomatologia differente. L’intervento è indicato qualora il dolore percepito dal paziente sia invalidante e renda impossibile un normale vivere quotidiano.

 

Le articolazioni possono subire un processo degenerativo per due motivi principali:

 

  • traumi ad esempio in seguito a incidenti o infortuni sportivi 
  • patologie tra le quali la più comune è l’artrosi.

 

Di cosa è fatta la protesi? I materiali possono causare allergie?

Inserire un impianto artificiale all’interno del corpo può sembrare strano. In realtà oggi sono stati fatti numerosi passi avanti nello studio tecnologico dei materiali e possiamo affermare che quelli che utilizziamo sono sicuri, resistenti e particolarmente adatti a integrarsi con i tessuti del corpo. Tra i materiali più utilizzati troviamo alcuni tipi di metalli o leghe metalliche come cromo, cobalto molibdeno e titanio opportunamente lavorati e alcuni materiali plastici come il polietilene. Negli ultimi tempi si utilizza sempre di più, specie per le protesi d’anca, la ceramica che garantisce una durata ancora maggiore rispetto agli altri materiali. Per i pazienti allergici esistono opportune protesi nichel free: in caso di allergia o sospetta allergia è necessario avvertire il proprio ortopedico che sottoporrà il paziente a esami specifici prima di scegliere l’impianto più adeguato.

 

Qual è l’età giusta per l’impianto?

Non è possibile determinare quale sia l’età più giusta. L’indicazione all’intervento riguarda infatti lo stato dell’articolazione e le condizioni cliniche del paziente. Anche se è vero che in caso di artrosi spesso i pazienti hanno un’età avanzata, esistono numerosi casi di artrosi precoce, che può colpire gli sportivi o i lavoratori pesanti, in cui si rende necessario impiantare una protesi intorno ai cinquant’anni o anche prima. Caso piuttosto infrequente, ma possibile, è l’impianto su ragazzi molto giovani, ma si tratta di eventualità rare legate di norma a gravi deformità o incidenti.

 

Dopo l’intervento posso tornare a praticare sport?

Assolutamente sì, lo sport non è affatto controindicato, anzi una vita attiva, anche dal punto di vista sportivo, è fondamentale per mantenere le articolazioni in salute, anche se si tratta di articolazioni artificiali. Il movimento stimola la produzione di liquido sinoviale che mantiene le articolazioni lubrificate e mobili e una muscolatura attiva e tonica è fondamentale per proteggerle dall’usura. Naturalmente esistono alcune limitazioni che cambiano a seconda dell’articolazione in questione. In generale, gli sport di contatto e ad alto impatto sono sconsigliati e alcune attività sono consentite solamente se si praticavano già prima dell’intervento e si è maturata una certa esperienza in quel campo.

 

Che durata ha l’impianto?

La durata degli impianti dipende sicuramente dai materiali utilizzati, ma in gran parte è legata allo stile di vita del paziente. Attività molto usuranti o un peso corporeo eccessivo possono senz’altro diminuire l’aspettativa di vita dell’impianto. I progressi ottenuti in questo campo negli ultimi anni sono comunque notevoli. Solo per fare qualche esempio la durata media di una protesi di ginocchio oggigiorno supera agevolmente i quindici anni mentre quella di anca anche i venticinque o più.

 

Esistono terapie alternative?

In alcuni casi la chirurgia protesica è l’unica soluzione in grado di restituire una buona qualità della vita al paziente. Si tratta dei casi di artrosi grave con sintomatologia severa e ovviamente in caso di traumatologia importante. L’artrosi di grado lieve e moderato si può tuttavia contrastare con una serie di trattamenti conservativi di buona efficacia. Oltre ai farmaci e alla fisioterapia, un ottimo trattamento è rappresentato dalle infiltrazioni articolari: l’acido ialuronico, grazie alla sua viscosità è utile nel mantenere le articolazioni lubrificate mentre i trattamenti di Medicina Rigenerativa (di cui vi ho parlato qui) posseggono un alto potere antinfiammatorio e antidolorifico oltre che un interessante potenziale rigenerativo dei tessuti.