La sostituzione di un’articolazione, sia dell’anca, del ginocchio che della spalla, è spesso vista come una condanna a una vita di limitazioni, soprattutto in relazione all’attività sportiva.
Molti pazienti temono che l’intervento possa segnare la fine delle loro avventure sportive, immaginando solo un futuro di camminate tranquille e sport leggeri. Tuttavia, questo è un mito da sfatare. Le moderne tecnologie e tecniche chirurgiche hanno fatto passi da gigante, rendendo l’intervento meno invasivo e il recupero molto più rapido rispetto al passato.
Oggi, molti pazienti sono in grado di tornare a praticare sport ad alti livelli grazie a protesi più avanzate e a un programma di riabilitazione mirato. Questa evoluzione non solo ha migliorato la qualità della vita dei pazienti, ma ha anche ampliato le possibilità di ritorno all’attività sportiva, a patto che il percorso di recupero venga seguito con attenzione.
Il ritorno allo sport: cosa aspettarsi
Dopo una sostituzione articolare, la maggior parte dei pazienti può gradualmente tornare a praticare sport. Tuttavia, è fondamentale avere un piano ben definito e realistiche aspettative.
La chiave per un ritorno sicuro e efficace all’attività sportiva è una comunicazione chiara con il chirurgo ortopedico riguardo agli obiettivi e alle attività desiderate. La scelta di sport e intensità dipenderà da vari fattori, come il tipo di intervento, il livello di attività preoperatorio e le condizioni generali di salute.
Dopo la protesi ad anca e ginocchio si può tornare a fare sport: lo dimostrano Marco e Laura
Nel 2022, Marco, un uomo di 44 anni, ha deciso di sottoporsi a una protesi d’anca dopo aver vissuto anni di dolore dovuto a un conflitto acetabolo-femorale e artrosi, diagnosticata circa 10 anni prima. Fino a quel momento, Marco aveva sperimentato un dolore crescente alla schiena durante la corsa e aveva tentato varie soluzioni, tra cui infiltrazioni, senza successo. Gli esami radiografici avevano mostrato chiaramente il conflitto acetabolo-femorale e il deterioramento della cartilagine, rendendo inevitabile l’intervento protesico.
L’intervento di protesi d’anca è stato eseguito con successo e Marco è stato trattenuto in ospedale per due settimane per iniziare immediatamente la riabilitazione. Durante il ricovero, ha partecipato a sessioni di fisioterapia due volte al giorno e ha utilizzato un sistema di monitoraggio da remoto per eseguire gli esercizi, con un monitoraggio costante da parte del team di Omegna. Il dolore post-operatorio è stato minimo: solo nei primi tre giorni ha assunto antidolorifici, e dopo la dimissione, ha ripreso a guidare l’auto e a gestire le attività quotidiane dopo meno di un mese.
Dopo un anno di recupero e preparazione psicologica, Marco è tornato a praticare sport agonistico, partecipando a competizioni come la Spartan Race e lo Sky Race. La sua esperienza sottolinea l’importanza di una riabilitazione adeguata e della preparazione mentale. Con il senno di poi, Marco afferma che avrebbe dovuto sottoporsi all’intervento molto prima, dato che oggi può fare praticamente tutto senza limitazioni.
Laura, una donna di 62 anni, ha affrontato una sostituzione bilaterale del ginocchio in due fasi, con il primo intervento a febbraio e il secondo a settembre dello stesso anno. Laura aveva subito una rottura del legamento crociato e soffriva di artrosi avanzata, con deformazione delle gambe e dolore significativo che le impediva di camminare e salire le scale. La necessità di un intervento protesico era evidente e non c’erano alternative.
Entrambi gli interventi sono stati eseguiti senza complicazioni e Laura è rimasta in ospedale per una settimana dopo ciascun intervento. Durante il periodo di recupero, ha beneficiato di un’assistenza ottimale, con l’uso di un sistema di monitoraggio a distanza per gli esercizi e una fisioterapia regolare presso lo studio Forte, che includeva esercizi quotidiani, progressivamente ridotti a ogni due giorni. Laura ha fatto un uso intensivo della bicicletta assistita durante il recupero.
Solo sei mesi dopo il secondo intervento, Laura è tornata a sciare senza problemi. La sua riabilitazione è stata caratterizzata da pochi antidolorifici e nessun gonfiore significativo. Il suo consiglio per altri pazienti è di intervenire prontamente quando avvertono dolore e di seguire scrupolosamente il piano di riabilitazione. Laura attribuisce il suo successo al supporto del suo team medico e alla sua determinazione nel mantenere una mobilità attiva durante il recupero.
Entrambi i casi di Marco e Laura dimostrano che, con un intervento tempestivo e una riabilitazione ben strutturata, è possibile tornare a praticare sport ad alto livello anche dopo una chirurgia protesica.
Sport a basso impatto dopo protesi
Per la maggior parte dei pazienti, gli sport a basso impatto rappresentano l’opzione più sicura per tornare all’attività fisica dopo una sostituzione articolare.
Attività come camminare, nuotare, andare in bicicletta e giocare a golf sono generalmente raccomandate, poiché esercitano una pressione minima sulle articolazioni protesiche. Questi sport possono essere ripresi relativamente presto dopo l’intervento, a condizione che si segua un programma di riabilitazione adeguato e si rispettino i tempi di recupero indicati dal chirurgo.
Ad esempio, un golfista potrebbe riprendere a praticare il putting già dopo quattro settimane e gradualmente passare a giochi più intensi come il golf a nove buche entro tre mesi. Tuttavia, è essenziale procedere con cautela e aumentare gradualmente l’intensità dell’attività.
Sport di medio impatto
Gli sport di medio impatto, come il trekking e il tennis, sono generalmente consentiti se il paziente aveva già esperienza preoperatoria con queste attività. È importante consultare il proprio chirurgo prima di riprendere tali sport, poiché l’intensità e la durata dell’attività devono essere adattate al nuovo stato dell’articolazione.
Alcuni pazienti possono riprendere attività come lo sci o il tennis, ma è fondamentale seguire un programma di riabilitazione mirato e prestare attenzione ai segnali del proprio corpo. Laura ha ripreso a sciare dopo appena sei mesi dalla seconda operazione, ma ha seguito un percorso di riabilitazione a casa, seguita dal nostro team di fisioterapisti e medici dello sport. Per alcuni mesi ha svolto solo movimentazioni, bicicletta assistita e camminata leggera, per ritrovare la mobilità. La ripresa graduale è cruciale per evitare complicazioni e garantire un recupero ottimale.
Sport ad alto impatto
Gli sport ad alto impatto, come la corsa di lunga distanza, il calcio e il basket, possono rappresentare un rischio maggiore per le protesi articolari. Anche se alcuni pazienti possono essere tentati di tornare a queste attività, è consigliabile procedere con cautela.
La corsa, ad esempio, può comportare uno stress significativo sulla protesi e potenzialmente accelerare il suo deterioramento. Marco ha impiegato un anno per tornare a correre agonisticamente, ma gli allenamenti sono cominciati mesi prima. I chirurghi ortopedici spesso raccomandano di evitare sport di contatto e ad alto impatto per preservare la longevità dell’impianto. Tuttavia, con un adeguato monitoraggio e adattamenti specifici, alcuni sport più impegnativi possono essere praticati in modo sicuro.
La riabilitazione è un fattore cruciale per il successo
Indipendentemente dal tipo di sport che si intende praticare dopo una sostituzione articolare, una riabilitazione adeguata è essenziale per il recupero e il ritorno all’attività sportiva. La riabilitazione mira a ripristinare la forza muscolare, la mobilità e la flessibilità necessarie per le attività quotidiane e sportive.
I pazienti devono seguire scrupolosamente il piano di riabilitazione prescritto dal fisioterapista, che può includere esercizi di potenziamento muscolare e stretching. La riabilitazione aiuta anche a prevenire complicazioni e a migliorare la funzionalità complessiva dell’articolazione protesica.
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