La medicina rigenerativa è una delle principali frontiere dell’ortopedia conservativa. Il suo obiettivo è la rigenerazione naturale dei tessuti lesionati, al fine di ritardare il più possibile l’approccio chirurgico. Questo scopo viene perseguito facendo riferimento al potere rigenerativo delle cellule totipotenti del nostro corpo, ossia formazioni cellulari che hanno la capacità di trasformarsi a seconda delle caratteristiche del distretto corporeo da riparare, differenziandosi in tessuti connettivi differenti.

I trattamenti di medicina rigenerativa, indicati in caso di degenerazione artrosica o di lesioni infiammatorie a carico dei tendini, prevedono il ricorso a diverse tecniche. Ecco quali:

PRP (Plasma Ricco di Piastrine)

Questo prodotto di derivazione ematica sfrutta la capacità che le piastrine hanno di liberare fattori di crescita, con conseguenti vantaggi per la proliferazione cellulare. Ottenuto dal sangue venoso del paziente centrifugato per concretizzare la separazione tra plasma e altre componenti ematiche (la fase finale della procedura prevede l’aggiunta di calcio nel plasma per potenziare gli effetti del trattamento), è indicato in caso di:

  • Lesioni cartilaginee post traumatiche e degenerative
  • Lesioni legamentose e tendinee
  • Lesioni muscolari

Il trattamento con PRP (Plasma Ricco di Piastrine) avviene per via infiltrativa, con procedure ambulatoriali che durano massimo 30 minuti.

PBMC (peripheral blood mononuclear cell)

Le cellule mononucleate provenienti da sangue periferico sono contraddistinte da una forte capacità rigenerativa dovuta al loro essere formazioni cellulari staminali. Per questo motivo, sono in grado di differenziarsi a seconda della tipologia di tessuto da riparare.

Vengono isolate ricorrendo a un sistema di filtrazione selettivo del sangue periferico, che le individua basandosi sulla loro carica elettrica. Il sistema si contraddistingue anche per la capacità di eliminare la contaminazione delle cellule infiammatorie.

Il trattamento con PBMC, che si concretizza per via infiltrativa, è indicato in caso di:

  • Artrosi
  • Lesioni cartilaginee post traumatiche
  • Lesioni cartilaginee degenerative
  • Osteonecrosi della testa femorale
  • Cisti ossee
  • Artrodesi
  • Lesioni muscolari
  • Lesioni tendinee

Infiltrazioni di cellule mesenchimali provenienti da tessuto adiposo

Il tessuto adiposo è una miniera di cellule mesenchimali, ossia cellule non specializzate capaci di differenziarsi a seconda del tessuto interessato dalle necessità riparative.

Rispetto a sedi come il midollo osseo, il tessuto adiposo si contraddistingue per un accesso più agevole e per un minor livello di dolore in sede di prelievo (viene comunque effettuata un’anestesia locale nella zona interessata dal suddetto prelievo, che viene successivamente suturata con un punto e coperta con un bendaggio compressivo da tenere per circa una settimana).

Dopo questi step, il tessuto adiposo aspirato viene sottoposto a un processo di purificazione grazie a uno specifico kit sterile monouso. In tal modo, è possibile filtrare il tessuto adiposo per caduta ed eliminare i residui oleosi ed ematici potenzialmente in grado di causare infiammazioni. Fondamentale è ricordare che il suddetto processo non risulta traumatico per le cellule mesenchimali.

La successiva procedura infiltrativa, che avviene a stretto giro rispetto alla preparazione, dura massimo 30 minuti. Il paziente, che viene poi sottoposto a un’osservazione della durata di mezz’ora circa, può riprendere nella giornata stessa e sue normali attività quotidiane.

Il trattamento di medicina rigenerativa con innesto di cellule mesenchimali provenienti da tessuto adiposo è indicato in caso di:

  • Lesioni cartilaginee post traumatiche
  • Lesioni cartilaginee degenerative
  • Artrosi in stato non avanzato