La chirurgia protesica d’anca è un tipo di intervento di grande efficacia e sicurezza tanto che sempre più spesso si applica, quando necessario, anche su pazienti giovani o addirittura giovanissimi. Nell’ambito della ricerca di approcci chirurgici sempre meno invasivi e sempre più rispettosi delle strutture anatomiche adiacenti all’articolazione si va sempre più diffondendo la via anteriore diretta, una particolare via d’accesso chirurgica che offre grandi vantaggi, ma che non è applicabile in tutti i casi. Facciamo insieme un po’ di chiarezza.
L’approccio utilizzato per la cura dell’artrosi d’anca ha subito molte modifiche negli ultimi anni, prediligendo approcci sempre più conservativi come i trattamenti di Medicina Rigenerativa, che si sono rivelati molto utili nel ritardare i processi degenerativi della cartilagine articolare contribuendo altresì al controllo della sintomatologia dolorosa.
Anche in ambito chirurgico, ci si sta muovendo in una direzione che pone molta attenzione al risparmio dei tessuti, ricercando possibilità di intervento che riducano il più possibile i traumi a carico delle parti molli. Si diffonde così in maniera sempre più capillare l’utilizzo della via anteriore diretta, una via d’accesso chirurgica che prevede un taglio cutaneo ridotto e non necessita di tagli muscolari.
Le vie d’accesso
Quando parliamo di vie d’accesso in chirurgia protesica ci riferiamo a quei tagli che sono necessari per accedere all’articolazione al fine di sostituirla con l’impianto artificiale. Nella chirurgia sostitutiva di anca le vie d’accesso più utilizzate sono la via laterale e postero-laterale. Attraverso queste vie, l’accesso all’articolazione avviene tramite dei tagli lunghi circa quindici centimetri che consentono un’ottima visibilità al chirurgo e prevedono il taglio o la disinserzione di parte della muscolatura glutea e/o la tenotomia degli extrarotatori dell’anca e del quadrato del femore.
Per essere chiari, si tratta di approcci molto validi che contribuiscono a far sì che la chirurgia protesica di anca abbia percentuali di successo altissime, vicine al 97-98%. La criticità che si pone rispetto a queste tecniche chirurgiche riguarda il grado di invasività, tema molto sentito soprattutto dai pazienti giovani, più attenti all’aspetto estetico della cicatrice e alla possibilità di un recupero rapido.
I vantaggi della via anteriore
L’utilizzo della tecnica anteriore diretta è ideale per una chirurgia atraumatica: il taglio necessario per accedere all’articolazione è più corto rispetto alle vie tradizionali (intorno ai 7-8 centimetri) e si effettua anteriormente. Nel cosiddetto taglio “bikini”, l’incisione si effettua a livello dell’inguine, con il risultato che la cicatrice rimane praticamente del tutto invisibile anche quando la persona indossa il costume da bagno. Il vantaggio principale della via anteriore diretta riguarda però i tessuti molli. Con questa tecnica non c’è alcuna necessità di effettuare tagli muscolari perché si procede divaricando semplicemente i muscoli. Ne conseguono:
- minor perdita ematica
- ridotta durata dell’intervento
- minore possibilità di infezioni
- minore possibilità di lussazione
- minor dolore post-operatorio
- recupero più rapido.
Indicazioni
Le indicazioni principali per l’utilizzo della via anteriore diretta sono la coxartrosi primaria, l’osteonecrosi della testa del femore, la coxartrosi secondaria a displasia lieve, la coxartrosi post traumatica. Le ultime pubblicazioni in materia sostengono che questo approccio chirurgico sia utilizzabile nella maggior parte dei casi, ma ciò non toglie che la selezione accurata dei pazienti non debba mai mancare. In alcune situazioni tale approccio potrebbe rendere l’intervento particolarmente difficoltoso per il chirurgo e in altri addirittura impossibile.
Le controindicazioni principali riguardano il varismo grave dell’anca, la coxa protrusa, la grave osteoporosi, la displasia avanzata, i pazienti obesi o con massa muscolare molto sviluppata. C’è da dire che tutte queste situazioni vanno valutate attentamente dal chirurgo perché un ortopedico di grande esperienza potrebbe comunque decidere di utilizzare la via anteriore anche in questi casi se le condizioni generali lo consentono.
In conclusione…
La via anteriore diretta è un approccio molto interessante che consente al paziente un recupero più rapido rispetto alle vie d’accesso classiche e un risultato estetico migliore. Sottolineando ancora una volta l’efficacia altissima degli approcci tradizionali possiamo affermare che la via anteriore è la tecnica chirurgica che va maggiormente incontro alle necessità dei pazienti di oggi che sempre più spesso sono giovani o comunque sportivi e che conducono una vita attiva.
La vera criticità riguarda l’esperienza del medico: si può tranquillamente affermare che un chirurgo con una buona esperienza in questo tipo di interventi è in grado di garantire un livello di sicurezza esattamente sovrapponibile a quello degli interventi per via laterale o postero-laterale. Il consiglio è sempre lo stesso: affidarsi a un professionista di esperienza con il quale discutere insieme delle modalità d’intervento in modo da affrontare l’operazione il più preparati possibile e dunque con minori ansie, fattore che contribuisce senza alcun dubbio alla buona riuscita dell’intervento.